Il Dio Giano apre le porte al nuovo anno così come noi apriamo i nostri cuori ad un nuovo ciclo. E’ tempo di scrivere nuovi obiettivi, di disegnare nuovi orizzonti, di dipingere nuove emozioni. Gennaio, simbolicamente, rappresenta una forma di passaggio, di mutamento. Il seme riposa al caldo, nascosto, al sicuro, riparato dal gelido inverno. Con sé custodisce la nostra essenza, i nostri compiti, il senso evolutivo di una nuova primavera. Ora, consapevolezza e progetti futuri giacciono, sopiti, in aree periferiche controllate dalla mente. Bianco fumo esce dai camini delle case, corpi apparentemente freddi, che al loro interno scaldano anime dimenticate e portano calore a relazioni intime meno distanti. Il sole prova a sciogliere bianche paure cristallizzate e vecchie memorie ghiacciate. La pioggia colora cieli grigi dormienti. La neve, candida, dipinge spettacolari immagini con delicatezza, a suscitare soffici emozioni e cuori leggeri. Gennaio ci attraversa con un brivido. Ci ricorda che spesso la nostra mente vive inverni polari per molti anni, oltre la stagione stessa ed annichilisce nel tempo i nostri cuori. Il risveglio delle coscienze ci attende per il passaggio dall’esteriorità illusoria alla sostanza. Giano può riaprire le porte dei cuori, portare calore e verità nella nostra quotidianità, abbattere le barriere dell’apparenza, trasmutare odio, rabbia ed indifferenza in discernere, in amore incondizionato. Solo così il nostro seme può garantirsi nuove primavere, nuove vite, nuovi mondi da esplorare.
Stefano Reginato
Fonte, 17.01,.2024
dedicata al gruppo di studio “Piletta”