Fredde ed umide giornate ci invitano ad assaporare il tempo che ci è stato donato, a soffermarci e tornare in contatto con noi stessi, la nostra essenza. Il cuore scandisce un ritmo più lento, pause spirituali e ristoro fisico. L’anno trascorso volge al termine inghiottendo spazi domestici e pubblici, addobbati di superfluo, dorati di ambiguità, scintillanti di finzione, arricchiti di illusione, per sognatori la cui coscienza resta un miraggio. Amore, libertà, leggerezza, serenità, felicità, gioia di vivere, non si trovano negli scaffali colorati ed invitanti dei supermercati, né tantomeno nei regimi “democratici” corrotti. Sono dentro di noi e si generano dall’amore per noi stessi, riconoscendo le nostre radici, nella natura, rispettando la terra che ci alimenta e che, purtroppo, calpestiamo e lasciamo violentare indifferenti. Riconoscere, ascoltare e riscaldare la nostra anima diventa un atto sacro e divino, dove, solo l’amore può dar vita, armoniosamente, ad ogni cosa. Seguire le luci del discernere, accendere le coscienze, scartare la consapevolezza, essere responsabili della nostra vita, ci metterà seduti ad un tavolo ricco di culture, dove piatti di differenti popoli profumeranno di valori comuni, di visioni multipolari e con calici, di leggere bollicine, brinderemo alla comunione, condivisione ed amicizia fra fratelli di un’unica razza: quella umana.

Stefano Reginato

Verona, 18.12,.2023

dedicata al gruppo di studio “Piletta”

 

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